Con l’inizio della fase due e la riapertura di gran parte della attività si pone il problema dell’uso degli impianti di condizionamento e del ricambio dell’aria negli ambienti di lavoro in un periodo in cui la circolazione del virus covid-19 non è terminata e non ci sono ancora certezze a riguardo.

Il Sars cov-2-19 è un virus che si ritiene trasmissibile tra le persona in tre modalità:

1- Per contatto ravvicinato con una una persona infetta

2- Per inalazione di goccioline prodotte dalla persona infetta

3- Tramite contatto con superficie contaminate.

Le goccioline infette possono o essere inalate o depositarsi negli ambienti per poi essere toccate.
La Regione Veneto ha emanato un’ordinanza (n. 48 del 2020) che regolamenta anche l’uso degli impianti di ricambio dell’aria in luoghi lavorativi dando disposizioni per una loro corretta gestione in quanto possibili veicoli del virus.

Secondo un rapporto dell’ISS (Istituto Superiore della sanità) è necessario prestare una doverosa attenzione alla sanificazione degli ambienti ma anche alla pulizia e al corretto uso dei condizionatori presenti nei luoghi di lavoro.

Le norme, a livello più generale indicano che è buona prassi:

  • Garantire un buon ricambio dell’aria in tutti gli ambienti dove sono presenti postazioni di lavoro, tenendo presente del numero delle persone coinvolte e della durata della permanenza delle persone nelle aree di lavoro

  • Negli edifici dove è assente uno specifico sistema di ventilazione è consigliabile aerare gli ambienti aprendo gli sbocchi esterni verso le strade meno trafficate

  • Gli edifici dotati di impianti di ventilazione meccanica controllata (VMC ) devono garantire il ricambio dell’aria 24 ore su 24 per 7 giorni su 7

  • Nel caso di ambienti senza finestre, ma dotati di ventilatori o estrattori, questi devono essere mantenuti in funzione per tutto l’orario lavorativo

Nello specifico, vengono date disposizioni per quattro tipologie di impianti di ventilazione

1. Le UTA o VMC

Le UTA o VMC sono sistemi di regolamentazione dell’aria che sono parte integrante del sistema di riscaldamento, ventilazione e condizionamento.
Sono normalmente collocate all’interno dell’edificio e collegate al sistema di canalizzazione dell’aria.

Il loro funzionamento prevede che una parte significativa dell’aria che usano sia di rinnovo, ma che una parte più o meno significativa d’aria sia anche ricircolata.
È buona prassi, nel caso della presenza di questi dispositivi, che sia fatta una regolare manutenzione e una corretta gestione degli impianti per assicurare la buona qualità dell’aria negli ambienti serviti.

Poi è necessario dotarsi dei manuali di funzionamento degli impianti per acquisire tutte le informazioni necessarie per il loro corretto uso, conoscendone tutti i dati fondamentali riguardo la manutenzione, l’efficienza e gli interventi programmati per i controlli.
Particolare attenzione deve essere riposta sul buono stato del pacco filtrante.

2. Impianti di riscaldamento/raffreddamento con terminali locali

Ci si riferisce ai ventilconvettori o fan-coil, quei terminali usati per il controllo della temperatura ad uso locale costituiti da un filtro per l’aria, uno scambiatore di calore, un ventilatore e una vaschetta per la raccolta dello scarico della condensa (qualora generata).
Trattano esclusivamente l’aria presente nei singoli locali e i componenti sono racchiusi in un mobiletto dotato di griglie situato all’interno dell’ambiente.

La norma vuole che siano sottoposti ad interventi di pulizia e manutenzione per prevenire la contaminazione degli ambienti serviti, considerando il possibile rilascio di contaminati chimici e microbiologici se i filtri sono esausti.
Buona prassi è programmare una pulizia periodica (ogni 4 settimane), pulire le griglie con panni in microfibra bagnati con i comuni saponi ed evitare di spruzzare direttamente sui filtri detergenti o disinfettanti spray.

3. Impianti autonomi fissi di riscaldamento e raffreddamento

E’ il caso dei condizionatori o split con una unità esterna e una o più unità interne collegate fra loro da tubi.
La parte esterna scambia calore con la parte interna e vi è un ricambio dell’aria nell’ambiente tramite l’uso dell’aria esterna al luogo che devono servire. Le componenti sono racchiuse in un mobiletto dotato di griglie per l’ingresso e l’uscita dell’aria e trattano esclusivamente l’aria presente nei singoli locali dell’edificio.

La buona prassi vuole che gli split siano sottoposti ad interventi di pulizia e manutenzione (ogni 4 settimane) per prevenire la contaminazione degli ambienti serviti a seguito del rilascio di contaminanti chimici e microbiologici da filtri non più correttamente funzionanti

Inoltre deve essere effettuata una pulizia regolare (ogni 4 settimane) del filtro dell’aria di ricircolo per mantenere livelli di filtrazione/rimozione adeguati.

Al tal fine si consiglia di programmare una pulizia periodica con prodotti valutati preventivamente e di evitare di utilizzare e spruzzare prodotti per la pulizia detergenti/disinfettanti spray direttamente sul filtro per non inalare sostanze inquinanti.

4. Ventilatori a soffitto e portatile

L’ultimo caso è quello dei ventilatori, che comportano una grossa movimentazione d’aria nell’ambiente di utilizzo. La buona prassi ne sconsiglia l’uso nel caso di presenza di più persone nell’ambiente e viene raccomandato di non posizionarli troppo vicini alle persone ma sempre ad una certa distanza.

norme per ricambio d'aria

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